l'alchimia greco-alessandriana

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giomba
view post Posted on 11/9/2009, 09:23




ALCHIMIA GRECO-ALESSANDRINA


L’arco di tempo durante il quale si sviluppò maggiormente l’alchimia Greco-Alessandrina è quello compreso fra la morte di Alessandro Magno (323 d.C.) e la chiusura dell’accademia di Atene (529 d.C.). Particolarmente significativa in questo periodo è la città di Alessandria d’Egitto, specialmente la sua biblioteca, che rappresentava al tempo una delle più importanti luoghi, in cui confluivano le maggiori conoscenze nel campo scientifico.

Gli elementi caratterizzanti l’attività chimica di tale epoca, sono fondamentalmente due: la manipolazione della materia e la realizzazione di varie forme di artigianato. I primi alchimisti alessandrini sono artigiani a tutti gli effetti e hanno anche risultati di notevole livello tecnico, ma ciò che più ci interessa è il fatto che si dedichino a quattro antichissime tecniche: la lavorazione dei metalli (oro e argento), la preparazione di pietre preziose sintetiche e perle, la tintura delle stoffe in porpora.

Sono proprio queste attività che saranno sempre considerate il più nobile cuore dell’alchimia. Infatti nell’alchimia, fin da questi tempi, si associarono varie idee filosofiche relative alla concezione della materia e del mondo, e si pongono come la base dell’elaborazione del linguaggio, infatti la filosofia della natura dell’universo alchemico (anche se con una serie di modificazioni e adattamenti) sarà valida fino alla fine del ‘500. I concetti essenziali sono quelli legati all’unità primordiale ed alla molteplicità sopraggiunta, l’imperfezione e il ‘necessario’ miglioramento, la sacralità della natura e l’intervento compiuto su di essa.

Sono principalmente quattro le componenti essenziali del pensiero alchemico: pitagorismo, platonismo, stoicismo e gnosticismo ermetico. Il mondo viene concepito come un insieme armonico ed è regolato da una fitta rete di corrispondenze. Tutto ciò ci introduce il concetto filosofico dell’unità dei contrari. Non è infatti un caso che l’atomismo di Democrito, con la sua casualità, non abbia molto séguito nell’alchimia: a questo universo dominato dall’idea dell’Uno e della sacralità della natura, si adattano meglio i quattro elementi di Empedocle, di Aristotele e della filosofia stoica. C’è una provvidenza che domina il mondo, ed un principio ordinatore lo conduce al suo fine. C’è una naturale tendenza della natura imperfetta a raggiungere uno stato di perfezione, anzi di perfezionamento: tutte le trasformazioni "vanno" dal meno perfetto al più perfetto.

http://www.ndonio.it/Alchimia%20storia.htm
 
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